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Le mie mani

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Hanno annodato e districato grovigli

hanno sfidato teoremi

hanno sanato incrinature.

Spiragli nel buio d’una luce inattesa

hanno raccolto fiori e carezzato voli.

 

Forse un dì somiglieranno molto

a quei rami spinosi irti nell’aria

dove il vento approda con un fazzoletto

un aquilone un fiore al verde strappato.

 

Come vie divergenti guarderanno

orizzonti diversi.

Forse le udirai scricchiolare come zattere

fradicie nella corrente.

 Dedalus - 13/06/2021 16:08:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Anche se con tonalità più leggere ma effetti più marcati prende a parlare delle sue mani, guardandole da diversi punti di vista e mettendole sempre sotto un riflettore, ed è abbastanza semplice immaginarne la voce mentre ci dice "Hanno annodato e districato grovigli/hanno sfidato teoremi/hanno sanato incrinature". E, per riuscire acomprenderne l’alta liricità occorre ascoltarla con una sensibilità sempre nuova che si rinnova con il mutare continuo del linguaggio. Nella sua poetica c’è un certo modo di porsi e di partecipare, un proiettarsi sempre oltre la barriera rappresentata dalla propria "siepe" e dalle proprie vicissitudini "Forse un dì somiglieranno molto/a quei rami spinosi irti nell’aria/dove il vento approda".

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